Naso, Naso Chiuso

Naso secco e croste nel naso: cosa fare

Secchezza e screpolatura all’interno del naso, spesso associate alla formazione di fastidiose croste nasali, sono spesso – e allo stesso tempo – causa ed effetto di un transito non corretto dell’aria che inaliamo e che è diretta verso bronchi e polmoni.

All’origine della secchezza e delle croste nasali – che possono anche provocare ostruzione e sensazione di naso chiuso poiché vanno a limitare l’ossigenazione interna – una non corretta funzionalità della mucosa nasale. La mucosa nasale, infatti, ha diverse funzioni ma principalmente funge da regolatrice della corretta respirazione essendo formata da numerosi vasi sanguigni e soprattutto da quelle cellule che secernano il muco.

Il muco è una sostanza che ha la funzione di tenere umida l’aria che si incanala attraverso la respirazione. Se si è in presenza di un’alterazione della mucosa, con scarsa produzione di muco, si vanno a formare le fastidiose croste nasali con naso secco e screpolatura interna.

Alla base della disfunzione della mucosa, che insieme ai turbinati nasali svolge la funzione di ‘condizionatore naturale’ del clima interno al naso, possono esserci numerosi fattori esterni così come malattie che provocano il ridotto passaggio di aria lungo le fosse nasali, dal semplice raffreddore alla rinite allergica.

Vediamo più nel dettaglio le cause del naso secco

Alla secchezza della mucosa nasale con conseguente formazione di croste nel naso possono contribuire il clima molto secco, il riscaldamento eccessivo della nostra abitazione, l’aria condizionata troppo alta in casa, auto o ufficio, ma anche il fumo, l’inquinamento atmosferico, oppure la presenza di polvere nell’aria che respiriamo.

Tutti fattori, questi, che possono provocare una irritazione della mucosa con alterazione della sua funzione di drenaggio mediante il muco e con problemi di ventilazione interna alle fosse nasali venendo meno lo spazio respiratorio a livello dei turbinati nasali. La crostosità associata alle volte a sanguinamento/epistassi e a secchezza interna possono essere chiari segnali di una predisposizione a rinite cronica.

Molto spesso, per tentare di curare queste problematiche fastidiose, si tende ad un’assunzione eccessiva e per lungo tempo di medicinali, come prodotti decongestionanti spray, che invece di risolvere il disturbo finiscono col provocare una rinite secca cronicizzata.

Spesso naso secco e croste sono anche le spie di altre malattie che causano il ridotto passaggio di aria attraverso il naso: rinite allergica, sinusite, rinite da fumo di sigaretta, deviazione del setto, polipi nasali ed ingrossamento delle mucose nasali con ipertrofia dei turbinati. Quest’ultima condizione si localizza soprattutto ai turbinati inferiori.

Il paziente presenta perciò naso chiuso (soprattutto durante il sonno), con solamente una delle due narici a permettere il passaggio dell’aria. Le terapie palliative, dai semplici lavaggi nasali ai lubrificanti nasali sino agli spray tanto in voga spesso non solo non risolvono il problema, ma tendono anche a creare dipendenza fisica e psicologica nel paziente. La soluzione definitiva ai fastidi collegati all’ipertrofia dei turbinati è rappresentata oggi dall’intervento laser ai turbinati.

Nella maggior parte dei casi di naso secco e chiuso è infatti possibile eseguire l’intervento in ambulatorio, senza dolore e senza tamponi. Il miglioramento della respirazione nasale è veloce e stabile nel tempo. Attraverso la visita specialistica otorinolaringoiatria, sempre comprensiva di video fibroscopia delle fosse nasali, si comprendere il ruolo dei turbinati nell’ostruzione nasale.

In casi specifici il chirurgo otorino può richiedere il test allergologico (prick test), la citologia nasale (studio delle allergie al microscopio) e la TAC del massiccio facciale (nel sospetto di sinusite cronica e polipi nasali). L’intervento ai turbinati inferiori nasali con il laser è una procedura ambulatoriale:

  • in anestesia locale (viene abolita la sensibilità solo all’interno del naso, per circa 30 minuti, mediante l’applicazione di uno spray anestetico)
  • priva di dolore
  • priva di sanguinamenti (non vengono perciò applicati i tamponi nasali)
  • conservativa e rispettosa delle funzioni della mucosa nasale (respiratoria, di difesa ed olfattiva)
  • priva di rischi infettivologici (non si assumono antibiotici né prima né dopo il trattamento)
  • senza convalescenza e di rapida guarigione (a 3 giorni dal trattamento il volume dei turbinati è mediamente ritornato alla normalità ed il paziente può già respirare con il naso libero).

 

A cura del Dott. Alessandro Valieri,
Specialista in Otorinolaringoiatria, Ravenna, Bologna, Codigoro (Ferrara).