Quando sentiamo parlare di calcoli, inevitabilmente la nostra mente associa la parola a reni, coliche varie e dolore intenso. Purtroppo, quelli renali, non sono gli unici, fastidiosissimi, calcoli. Anche le ghiandole salivari, presenti sotto la lingua e tra mandibole e condotto uditivo, possono infatti infiammarsi proprio a causa della formazione e presenza dei cosiddetti calcoli salivari.
Sino a qualche tempo fa la rimozione di questi calcoli avveniva mediante chirurgia tradizionale, con rischi di importanti e irreversibili lesioni a nervi e ghiandole. Ora, non solo la tecnologia consente di avviare terapie specifiche e mirate del tutto indolori e prive di controindicazioni, ma anche di rimuovere i calcoli con il laser, risolvendo il problema in poche ore, senza alcun taglio ed evitando, soprattutto, l’asportazione delle ghiandole salivari. Ma facciamo un passo indietro, analizzando cosa sono e a cosa servono le ghiandole salivari.
GHIANDOLE SALIVARI: dove sono e a cosa servono
Le ghiandole salivari hanno una funzione specifica: produrre la saliva e ne producono, ogni giorno, almeno un litro.
La saliva, infatti, è un liquido davvero importante perché tiene lubrificata la nostra bocca, aiuta la masticazione e deglutizione, protegge i denti e, da ultimo, è una alleata della digestione.
Le ghiandole salivari principali sono di tre tipi: ci sono le parotidee, che si trovano tra orecchio e mandibola; le sottomandibolari, sul lato interno della della mandibola appena sotto la mascella e, infine, quelle poste sotto la lingua, dette sublinguali.
Quando le ghiandole si infiammano
Le ghiandole salivari possono infiammarsi, provocandoci dolore al collo e vicino alle orecchie e impedendo alla saliva di arrivare alla bocca. Il problema, che ostruisce i condotti o canali salivari deputati al rifornimento di saliva alla bocca, può essere proprio legato alla formazione di un calcolo. Un’infiammazione ghiandolare può innescare i seguenti sintomi:
– gonfiore della ghiandola
– secchezza delle fauci
– dolore con febbre
– percezione di un gusto sgradevole/amaro in bocca
Le cause delle infiammazioni
Perché le nostre ghiandole possono infiammarsi? Ci sono diversi tipi di cause/problemi e di diversa entità.
La prima è senza dubbio la ‘calcolosi salivare’, ossia la formazione di un calcolo all’interno di una ghiandola o di un condotto. Andando a bloccare il flusso della saliva, il calcolo provoca l’infiammazione e il rigonfiamento doloroso della ghiandola. La maggioranza dei calcoli salivari si formano all’interno delle ghiandole poste al di sotto delle mascelle. Ci sono poi altri tipi di infiammazioni, provocate da infezioni come la ‘Scialoadenite’, di tipo batterica e spesso a carico della ghiandola parotide (quella tra condotto uditivo e mandibola). Tale infezione può essere molto dolorosa e provocare, oltre a febbre alta, anche formazione di pus in bocca. Anche in questo caso, tuttavia, la causa dell’infezione (frequente in anziani e neonati) può essere un calcolo.
Ci sono poi infezioni di tipo virale che nulla hanno a che vedere con la calcolosi, pensiamo ad esempio alla parotite o all’influenza, entrambe possono causare gonfiore delle ghiandole salivari. Altre malattie virali che causano gonfiore delle ghiandole salivari sono il virus Epstein-Barr (EBV), il citomegalovirus (CMV) e l’HIV. Le infezioni possono essere anche di origine batterica, anche in questo caso le ghiandole si gonfiano e compare febbre. Spesso il responsabile delle infezioni batteriche è lo stafilococco aureo, battere che si trova nella bocca di tutti noi e che va a provocare, quasi sempre, il rigonfiamento della ghiandola parotidea. Con una semplice terapia medica è possibile debellare la presenza in eccesso dello stafilococco. Ma un rigonfiamento doloroso delle ghiandole salivari può essere anche un campanello d’allarme relativo alla presenza di patologie più gravi come tumori (per lo più benigni) o sindrome di Sjogren, malattia autoimmune cronica che scatena le cellule del sistema immunitario contro le ghiandole salivari provocando secchezza della bocca, ma in assenza di dolore.
Che fare se la ghiandola si infiamma a causa di un calcolo?
Nella maggioranza dei casi di ingrossamento doloroso delle ghiandole c’è un problema di calcolosi. E c’è quindi un’ostruzione di un dotto. Prima di procedere all’eventuale rimozione manuale del calcolo dal condotto o dalla ghiandola c’è chi consiglia di provare a limitare la formazione di saliva, per non stressare ulteriormente la ghiandola stessa. Come fare? Evitando di assumere certi tipi di cibi e bevande. Cibi che stimolano molto la salivazione – come limone, agrumi, spezie – possono infatti favorire un rigonfiamento della ghiandola salivare.
A nostro avviso, tuttavia, tali rimedi non sono altro che semplici palliativi, possono dare sollievo temporaneo, ma di certo non risolvere l’infiammazione. Sempre opportuno, dunque, nel caso di dolore e rigonfiamento delle ghiandole salivari, rivolgersi ad uno specialista otorino in grado di valutare con certezza entità e causa dell’infiammazione, nonché di consigliare la migliore terapia.
COSA SONO E CHE ORIGINE HANNO I CALCOLI SALIVARI
I calcoli salivari si formano nelle ghiandole salivari e in particolare in quelle sottomandibolari (80%) e meno frequentemente nelle ghiandole parotidi (20%). Spesso i calcoli si presentano negli adulti (35-50 anni), raramente nei bambini. Ma cosa sono e perché si formano? Nella saliva sono naturalmente presenti diverse sostanze, in primis minerali e calcio. Se ci sono anomalie nei condotti salivari oppure infezioni della bocca accade che la saliva ristagni e si vadano via via ad accumulare minerali e calcio responsabili poi della cristallizzazione o calcificazione dalla quale si origina il calcolo. I calcoli salivari si possono formare quando un condotto è danneggiato a causa di qualche tipo di trauma, o quando il flusso della saliva è rallentato. Nelle persone con secchezza delle fauci, causata da alcuni farmaci o con disidratazione, la probabilità di formazione di calcoli è più alta. Se il calcolo in questione impedisce alla saliva di fuoriuscire dal condotto, soprattutto durante i pasti durante i quali la produzione di saliva è particolarmente stimolata, può insorgere la cosiddetta ‘colica salivare’, dolorosa perché provoca rigonfiamento delle ghiandole. Ce n’è abbastanza, dunque, per rovinarci la cena in famiglia, tra amici o di lavoro. La causa principale della colica è il calcolo, ma le ostruzioni della ghiandola possono essere provocate anche da anomalie dei dotti salivari, tappi di muco o polipi. Si stima che soffrano di calcolosi salivare 4-5 italiani ogni 1.000.
Come capire se c’è un calcolo salivare: la diagnosi
Per verificare se c’è presenza di un calcolo, ma soprattutto capire cosa provoca il calcolo è fondamentale la diagnosi mediante visita otorinolaringoiatrica che consente di avere un quadro completo della bocca e delle ghiandole salivari. Lo specialista può avvalersi, oltre della palpazione manuale, anche della videoendoscopia salivare, nuova tecnologia per esplorare il sistema dei dotti salivari alla ricerca delle cause di ostruzione.
E’ possibile rompere i calcoli con le onde d’urto?
Se c’è presenza di un calcolo e il calcolo in questione non è di dimensioni notevoli, è possibile evitare la rimozione e procedere alla sua frantumazione mediante onde d’urto, il cosiddetto ‘bombardamento’ del calcolo, tecnica già ampiamente utilizzata per i calcoli renali. Una seduta a onde d’urto dura circa 30 minuti, si esegue senza necessità di anestesia, e sono necessarie in media 5 sedute per ottenere una frammentazione adeguata dei calcoli. Questa terapia non è per nulla invasiva e azzera i rischi dell’intervento chirurgico tradizionale alle ghiandole e ai dotti. Ovviamente l’efficacia delle onde d’urto è legata alla dimensione del calcolo. Molte volte, tuttavia, in caso di calcoli di grandi dimensioni, è possibile procedere prima alla frammentazione mediante onde d’urto poi rimuovere ciò che rimane del calcolo stesso con la tecnologia, anch’essa totalmente indolore, del laser a diodi.
Peraltro, la frantumazione dei calcoli in pezzi più piccoli può anche favorire la loro espulsione in maniera spontanea.
I rischi dell’asportazione chirurgica
Grazie all’impiego di onde d’urto e laser è possibile evitare i rischi dell’asportazione chirurgica e preservare nel 95% dei casi la ghiandola salivare. La chirurgia tradizionale per la rimozione della ghiandola per intero o di parti di essa presenta, infatti, rischi di tipo estetico e funzionale. In particolare, agli eventuali danni estetici cutanei, possono associarsi danni ben più gravi, perché irreversibili e perché di tipo neurologico. L’intervento presenta, infatti, rischi nella dissezione dei dotti delle ghiandole, tra questi la possibilità di lesioni gravi di importanti nervi, dal quello facciale a quello linguale. Con le onde d’urto e il laser a diodi, tali rischi e complicanze si azzerano, così come si azzera il dolore.
Curare i calcoli salivari con il laser a diodi
Finora i calcoli venivano curati in molti casi con l’intervento tradizionale di asportazione della ghiandola salivare o di parte di essa, intervento che però, come detto in precedenza, è gravato da rischi e complicanze, come ad esempio la paralisi del nervo facciale. Oggi giorno è possibile evitare il bisturi e risolvere il problema in un’unica procedura/seduta e in regime di Day Surgery. Trattare i calcoli con il laser a diodi vuol dire, infatti, rimuovere i calcoli in maniera indolore e non traumatica. La laser-chirurgia a diodi, infatti, evita quasi sempre di ricorrere all’anestesia, non necessità di applicare suture chirurgiche, garantisce rapidissimi tempi di guarigione, azzera lo stress pre e post-operatorio per il paziente nonché la probabilità di recidive. La laserchirurgia a diodi, dunque, è una metodica chiaramente molto meno dolorosa e invasiva non solo del bisturi, ma anche della laser terapia tradizionale. Il taglio del laser a diodi con fibra ottica è sottile, veloce, non produce sanguinamenti e neppure danni ai tessuti circostanti. Il dolore, sia durante che dopo l’operazione, è praticamente assente. Queste caratteristiche rendono il laser a diodi un dispositivo davvero efficace per trattare i calcoli salivari e le infiammazioni delle ghiandole salivari, perché elimina i rischi di danni a nervi e tessuti e consente la rimozione indolore delle ostruzioni, sia di piccole che di grandi dimensioni.